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Un’incomparabile bellezza
Luca Frildini
All’inizio del Seicento, rispetto agli altri paesi europei l’Inghilterra era attardata nello sviluppo della produzione artistica ed alquanto limitata nell’approfondimento del pensiero estetico. Dopo la cesura dei rapporti con l’Italia conseguente allo scisma di Enrico VIII e lo sporadico interesse delle élite verso l’arte contemporanea durante il regno di Elisabetta I (nonostante la grande attenzione per la cultura rinascimentale italiana), stava però iniziando un’evoluzione in senso più moderno. Proprio in questi anni di apertura verso le novità dell’arte rinascimentale e manierista, nei confronti della quale stavano rivolgendo l’attenzione i primi collezionisti, si inserisce l’originalità di Coryat, che nel suo viaggio fu in grado di guardare con interesse e di apprezzare anche quegli stili praticamente sconosciuti nel suo paese. Inoltre, mai nessun viaggiatore d’oltremanica come lui si era cimentato in modo così ampio e sistematico con la prosa d’arte, né con l’arte, sia classica che moderna, come argomento di resoconto estetico. Certo, talvolta Coryat non ha i termini per indicare un elemento architettonico mai visto o scambia opere rinascimentali per romane, ma il suo gusto sospeso tra l’Inghilterra dei Tudor, ancora tardomedievale nella visione artistica, e la moderna Inghilterra degli Stuart ha contribuito a dare il via al rinnovamento dell’arte inglese. Ed il suo itinerario artistico può essere considerato un preludio di quello che diventerà il Grand Tour.